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Se la parrocchia è la casa di tutti nel quartiere…

30 Settembre 2021 Commenti disabilitati su Se la parrocchia è la casa di tutti nel quartiere… By Don Roberto

“Se la parrocchia è la casa di tutti nel quartiere, non un club esclusivo, mi rac-
comando: lasciate aperte porte e finestre, non vi limitate a prendere in conside-
razione solo chi frequenta o la pensa come voi, che saranno il, 3, 4, 5 per cento,

non di più. Permettete a tutti di entrare”.

Papa Francesco , Settembre 2021

“Farà bene alla Diocesi di Roma e a tutta la Chiesa, che non si rafforza solo ri-
formando le strutture, dando istruzioni, offrendo ritiri e conferenze, o a forza

di direttive e programmi, ma se riscoprirà di essere popolo che vuole cammina-
re insieme, tra di noi e con l’umanità. Un popolo, quello di Roma, che contiene

la varietà di tutti i popoli e di tutte le condizioni: che straordinaria ricchezza,

nella sua complessità! In questo tempo di pandemia, il Signore spinge la missio-
ne di una Chiesa che sia sacramento di cura. Il mondo ha elevato il suo grido,

ha manifestato la sua vulnerabilità: ha bisogno di cura”.

Papa Francesco,Settembre 2021.

LA SETTIMANA GIORNI FERIALI LA PREGHIERA
LUNEDI MARTEDI MERCOLEDI GIOVEDI VENERDI
17.15 Lectio.
Vangelo della
Domenica

10.00-11.30/
17.00-18.00
ADORAZIONE
Rosario
Eucaristico
lodi
vespro

17.15
S.Maria Mater
Miserciordiae
Oratorio
di Preghiera,
Vespro

17.15
S.Maria di
Magdala
Oratorio
di Preghiera,
Vespro

17.15
VIA CRUCIS,

18.00 MESSA 18.S.MESSA 18. S.MESSA 18. S.MESSA 18.S.MESSA
18.30 CORONCINA 18.30 CORONCINA 18.30 CORONCINA 18.30 CORONCINA 18.30 CORONCINA

SETTIMANA ECUMENICA GENNAIO 2022 PROGRAMMA PROPRIO
SETTIMANA S. GIOVANNI BATTISTA 6 al 13.02 2022
SETTIMANA S. MARIA MADDALENA Dal 25 al 1.05 2022
SETTIMANA MADONNELLE MESE MARIANO 16-22-05-2022 2022
OTTAVARIO DEFUNTI NOVEMBRE REQUIEM VESPRO
NOVENA IMMACOLATA 17.00 S.ROSARIO VESPRO
NOVENA NATALE 17.00 S..ROSARIO VESPRO
TRIDUO S.GIUSEPPE 17.00 S.ROSARIO VESPRO
TRIDUO PASQUALE 14-15-16 APRILE PROGRAMMA PROPRIO
TRIDUO S.ANTONIO 17.30 S.ROSARIO VESPRO
TRIDUO S.GIOVANNI BATTISTA 21-22-23 GIUGNO
INCONTRI UNITARI DELLA COMUNITA’ PARROCCHIALE

SEGUICI sul sito della parrocchia –
www.parrocchiasangiovannibattistadeifiorentini.it

Sulla pagina face book:
Giovannibattista Fiorentini

La settimana Ecumenica, Gennaio dal 18 al 22 . Programma proprio.
La settimana di S.Giovanni Battista, Febbraio dal 6 al 13.02 Un tema del Santo.: “La Mondanita’.
Un evento sulla piazza o oratorio (a seconda del Tempo)
Un pellegrinaggio a: S.Giovanni Decollato.
Il Pontificale Domenica mattina ore 10.30.
Settimana della Maddalena, Aprile Dal 25 al 1.5 Il Culto: Esposizione Pubblica della Reliquia.
la donna dell’Anno (mercoledi) :Santa Maria Maddalena dei Pazzi.
La reliquia si sposta in Processione verso la Chiesa di S.Celso (Sabato,Domenica)
Il Pontificale (Venerdi).
Settimana delle Madonnelle, Maggio, Dal 16 al 22-05-2022
Incontro visivo.
Solenne Preghiera Mariana.
Pellegrinaggio all’Edicola della Madonnella Scelta in questo Anno Pastorale.
Pontificale (Sabato)

Martedi Mercoledi Giovedi Famiglia Piccola Chiesa Ore 21.00-23.00
Mercoledi Giovedi Catechismo Ragazzi Parrocchia Ore 15.00-18.00
Martedi Centro d’Ascolto Circolo S.Pietro Ore 15.00-18.00
Giovedi Pane di S.Antonio Gruppo Carita’ Ore 10.45-12.00
17.00-18.00
Lunedi Lectio Divina Universitari Ore 19.30
Ultima Domenica del Mese Gruppo Talitaqum 10.30-17.00
Primo Sabato del Mese Gruppo Santo Domingo 17.00-18.00
**informazioni Di volta in volta Circa la ripresa di attivita’ Settimanali
BUON CAMMINO A TUTTI NOI 2021-2022
PRIMA DOMENICA. DELLA FAMIGLIA. ORE 10.15 LODI.11.15 CONSEGNA TEMA MENSILE
IN CASA.
11.30 PREGHIERA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLE FAMIGLIE.

SECONDA DOMENICA. DEL FARCI PROSSIMO. RACCOLTA ALIMENTARE. ORE 10.15 SE-
CONDO MISTERO GAUDIOSO. 11.15 PRESENTAZIONE INZIATIVA FARCI PROSSIMO MENSILE

SUL RIONE PONTE.
11.30 PREGHIERA “FARCI PROSSIMO”.
TERZA DOMENICA DELL’AGORA’. INCONTRO PUBBLICO MENSILE.: “L’ASCOLTO”.
SALA SAN FILIPPO. PROGRAMMA PROPRIO.
QUARTA DOMENICA .LA FINESTRA APERTA SUL MONDO.
I CONTINENTI CI PARLANO . PROGRAMMA PROPRIO

Cari amici del Consiglio Pastorale,

L’indicazione del Cardinale Vicario, con le tre Parole che terremo presenti per tutto
questo anno Pastorale, lette sulla pagina face book della Parrocchia.
L’Intervento del nostro Vescovo Papa Francesco il 18 Settembre u.s.

sulla Parola Sinodo,

Discorso che accompagnerà il nostro lavoro in Comunita’.
Daremo spazio, ad una serie di Incontri, sull’Ascolto.

Il primo consiglio pastorale di Lunedi 11ottore alle ore 16.00, ci dia la gioia di poter
lavorare su questo tema dell’Ascolto accogliendo le vostre riflessioni .

La Creativita’ e il discernimento.
Saranno i nostri temi per quest’anno Pastorale.

Auguri a tutti di Buon Cammino in Cristo Signore, in Maria Mater Misericordiae.

Orario Invernale e Festivo

30 Settembre 2021 Commenti disabilitati su Orario Invernale e Festivo By Don Roberto

ORARIO INVERNALE

ORARIO FERIALE
APERTURA DELLA BASILICA PARROCCHIALE.
ORE 07.00 /ORE 16.00
CHIUSURA DELLA BASILICA PARROCCHIALE
ORE 12.00** / 18.30
**Il mercoledi ore 11.30.

ORARIO FESTIVO
APERTURA DELLA BASILICA PARROCCHIALE
ORE 09.00/ORE 17.00
CHIUSURA DELLA BASILICA PARROCCHIALE
ORE 13.30/ORE 20.00

SANTA MESSA FERIALE.

ORE 7.20
ORE 18.00.

SANTA MESSA FESTIVA
Prefestiva ORE 18.00 PARROCCHIA
DOMENICA ORE 10.30 PARROCCHIA
ORE 11.30 Comunita’ Indiana Latina
ORE 18.00 S.MESSA In Inglese
Ore 19.00 PARROCCHIA – Animata Universitari.

Discorso del Santo Padre Francesco ai Fedeli della Diocesi di Roma

30 Settembre 2021 Commenti disabilitati su Discorso del Santo Padre Francesco ai Fedeli della Diocesi di Roma By Don Roberto

Aula Paolo VI
Sabato, 18 settembre 2021

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Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Come sapete – non è una novità! –, sta per iniziare un processo sinodale, un cammino in cui tutta
la Chiesa si trova impegnata intorno al tema: «Per un Chiesa sinodale: comunione, partecipazione,
missione»: tre pilastri. Sono previste tre fasi, che si svolgeranno tra ottobre 2021 e ottobre 2023.
Questo itinerario è stato pensato come dinamismo di ascolto reciproco, voglio sottolineare questo:
un dinamismo di ascolto reciproco, condotto a tutti i livelli di Chiesa, coinvolgendo tutto il popolo di
Dio. Il Cardinale vicario e i Vescovi ausiliari devono ascoltarsi, i preti devono ascoltarsi, i religiosi
devono ascoltarsi, i laici devono ascoltarsi. E poi, inter-ascoltarsi tutti. Ascoltarsi; parlarsi e
ascoltarsi. Non si tratta di raccogliere opinioni, no. Non è un’inchiesta, questa; ma si tratta di
ascoltare lo Spirito Santo, come troviamo nel libro dell’Apocalisse: «Chi ha orecchi, ascolti ciò che
lo Spirito dice alle Chiese» (2,7). Avere orecchi, ascoltare, è il primo impegno. Si tratta di sentire la
voce di Dio, cogliere la sua presenza, intercettare il suo passaggio e soffio di vita. Capitò al profeta
Elia di scoprire che Dio è sempre un Dio delle sorprese, anche nel modo in cui passa e si fa
sentire:
«Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce […], ma il Signore
non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il
terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza
leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello» (1Re 19, 11-13).
Ecco come ci parla Dio. Ed è per questa “brezza leggera” – che gli esegeti traducono anche “voce
sottile di silenzio” e qualcun altro “un filo di silenzio sonoro” – che dobbiamo rendere pronte le
nostre orecchie, per sentire questa brezza di Dio.
La prima tappa del processo (ottobre 2021 – aprile 2022) è quella che riguarda le singole Chiese
diocesane. Ed è per questo che sono qui, come vostro Vescovo, a condividere, perché è molto
importante che la Diocesi di Roma si impegni con convinzione in questo cammino. Sarebbe una
figuraccia che la Diocesi del Papa non si impegnasse in questo, no? Una figuraccia per il Papa e
anche per voi.
Il tema della sinodalità non è il capitolo di un trattato di ecclesiologia, e tanto meno una moda,
uno slogan o il nuovo termine da usare o strumentalizzare nei nostri incontri. No! La sinodalità
esprime la natura della Chiesa, la sua forma, il suo stile, la sua missione. E quindi parliamo
di Chiesa sinodale, evitando, però, di considerare che sia un titolo tra altri, un modo di pensarla
che preveda alternative. Non lo dico sulla base di un’opinione teologica, neanche come un pensiero
personale, ma seguendo quello che possiamo considerare il primo e il più importante “manuale” di
ecclesiologia, che è il libro degli Atti degli Apostoli.
La parola “sinodo” contiene tutto quello che ci serve per capire: “camminare insieme”. Il libro
degli Atti è la storia di un cammino che parte da Gerusalemme e, attraversando la Samaria e la
Giudea, proseguendo nelle regioni della Siria e dell’Asia Minore e quindi nella Grecia, si conclude a
Roma. Questa strada racconta la storia in cui camminano insieme la Parola di Dio e le persone che

a quella Parola rivolgono l’attenzione e fede. La Parola di Dio cammina con noi. Tutti sono
protagonisti, nessuno può essere considerato semplice comparsa. Questo bisogna capirlo bene:
tutti sono protagonisti. Non è più protagonista il Papa, il Cardinale vicario, i Vescovi ausiliari; no:
tutti siamo protagonisti, e nessuno può essere considerato una semplice comparsa. I ministeri,
allora, erano ancora considerati autentici servizi. E l’autorità nasceva dall’ascolto della voce di Dio e
della gente – mai separarli – che tratteneva “in basso” coloro che la ricevevano. Il “basso” della
vita, a cui bisognava rendere il servizio della carità e della fede. Ma quella storia non è in
movimento soltanto per i luoghi geografici che attraversa. Esprime una continua inquietudine
interiore: questa è una parola chiave, la inquietudine interiore. Se un cristiano non sente
questa inquietudine interiore, se non la vive, qualcosa gli manca; e questa inquietudine
interiore nasce dalla propria fede e ci invita a valutare cosa sia meglio fare, cosa si deve
mantenere o cambiare. Quella storia ci insegna che stare fermi non può essere una buona
condizione per la Chiesa (cfr Evangelii gaudium, 23). E il movimento è conseguenza della docilità
allo Spirito Santo, che è il regista di questa storia in cui tutti sono protagonisti inquieti, mai fermi.
Pietro e Paolo, non sono solo due persone con i loro caratteri, sono visioni inserite in orizzonti più
grandi di loro, capaci di ripensarsi in relazione a quanto accade, testimoni di un impulso che li
mette in crisi – un’altra espressione da ricordare sempre: mettere in crisi –, che li spinge a osare,
domandare, ricredersi, sbagliare e imparare dagli errori, soprattutto di sperare nonostante le
difficoltà. Sono discepoli dello Spirito Santo, che fa scoprire loro la geografia della salvezza divina,
aprendo porte e finestre, abbattendo muri, spezzando catene, liberando confini. Allora può essere
necessario partire, cambiare strada, superare convinzioni che trattengono e ci impediscono di
muoverci e camminare insieme.
Possiamo vederelo Spirito che spinge Pietro ad andare nella casa di Cornelio, il centurione pagano,
nonostante le sue esitazioni. Ricordate: Pietro aveva avuto una visione che l’aveva turbato, nella
quale gli veniva chiesto di mangiare cose considerate impure, e, nonostante la rassicurazione che
quanto Dio purifica non va più ritenuto immondo, restava perplesso. Stava cercando di capire, ed
ecco arrivare gli uomini mandati da Cornelio. Anche lui aveva ricevuto una visione e un messaggio.
Era un ufficiale romano, pio, simpatizzante per il giudaismo, ma non era ancora abbastanza per
essere pienamente giudeo o cristiano: nessuna “dogana” religiosa lo avrebbe fatto passare. Era un
pagano, eppure, gli viene rivelato che le sue preghiere sono giunte a Dio, e che deve mandare
qualcuno a dire a Pietro di recarsi a casa sua. In questa sospensione, da una parte Pietro con i
suoi dubbi, e dall’altra Cornelio che aspetta in quella zona d’ombra, è lo Spirito a sciogliere le
resistenze di Pietro e aprire una nuova pagina della missione. Così si muove lo Spirito: così.
L’incontro tra i due sigilla una delle frasi più belle del cristianesimo. Cornelio gli era andato
incontro, si era gettato ai suoi piedi, ma Pietro rialzandolo gli dice: «Alzati: anch’io sono un uomo!»
(At 10,26), e questo lo diciamo tutti: “Io sono un uomo, io sono una donna, siamo umani”, e
dovremmo dirlo tutti, anche i Vescovi, tutti noi: “alzati: anche io sono un uomo”. E il testo
sottolinea che conversò con lui in maniera familiare (cfr v. 27). Il cristianesimo dev’essere sempre
umano, umanizzante, riconciliare differenze e distanze trasformandole in familiarità, in prossimità.
Uno dei mali della Chiesa, anzi una perversione, è questo clericalismo che stacca il prete, il
Vescovo dalla gente. Il Vescovo e il prete staccato dalla gente è un funzionario, non è un pastore.
San Paolo VI amava citare la massima di Terenzio: «Sono uomo, niente di ciò ch’è umano lo stimo
a me estraneo». L’incontro tra Pietro e Cornelio risolse un problema, favorì la decisione di sentirsi
liberi di predicare direttamente ai pagani, nella convinzione – sono le parole di Pietro – «che Dio
non fa preferenza di persone» (At 10,34). In nome di Dio non si può discriminare. E la
discriminazione è un peccato anche fra noi: “noi siamo i puri, noi siamo gli eletti, noi siamo di
questo movimento che sa tutto, noi siamo…”. No. Noi siamo Chiesa, tutti insieme.
E vedete, non possiamo capire la “cattolicità” senza riferirci a questo campo largo, ospitale, che
non segna mai i confini. Essere Chiesa è un cammino per entrare in questa ampiezza di Dio. Poi,
tornando agli Atti degli Apostoli, ci sono i problemi che nascono riguardo all’organizzazione del

crescente numero dei cristiani, e soprattutto per provvedere ai bisogni dei poveri. Alcuni segnalano
il fatto che le vedove vengono trascurate. Il modo con cui si troverà la soluzione sarà radunare
l’assemblea dei discepoli, prendendo insieme la decisione di designare quei sette uomini che si
sarebbero impegnati a tempo pieno nella diakonia, nel servizio alle mense (At 6,1-7). E così, con il
discernimento, con le necessità, con la realtà della vita e la forza dello Spirito, la Chiesa va avanti,
cammina insieme, è sinodale. Ma sempre c’è lo Spirito come grande protagonista della Chiesa.
Inoltre, c’è anche il confronto tra visioni e attese differenti. Non dobbiamo temere che questo
accada ancora oggi. Magari si potesse discutere così! Sono segni della docilità e apertura allo
Spirito. Possono anche determinarsi scontri che raggiungono punte drammatiche, come capitò di
fronte al problema della circoncisione dei pagani, fino alla deliberazione di quello che chiamiamo il
Concilio di Gerusalemme, il primo Concilio. Come accade anche oggi, c’è un modo rigido di
considerare le circostanze, che mortifica la makrothymía di Dio, cioè quella pazienza dello sguardo
che si nutre di visioni profonde, visioni larghe, visioni lunghe: Dio vede lontano, Dio non ha fretta.
La rigidità è un’altra perversione che è un peccato contro la pazienza di Dio, è un peccato contro
questa sovranità di Dio. Anche oggi succede questo.
Era capitato allora: alcuni, convertiti dal giudaismo, ritenevano nella loro autoreferenzialità che non
ci potesse essere salvezza senza sottomettersi alla Legge di Mosè. In questo modo si contestava
Paolo, il quale proclamava la salvezza direttamente nel nome di Gesù. Contrastare la sua azione
avrebbe compromesso l’accoglienza dei pagani, che nel frattempo si stavano convertendo. Paolo e
Barnaba furono mandati a Gerusalemme dagli Apostoli e dagli anziani. Non fu facile: davanti a
questo problema le posizioni sembravano inconciliabili, si discusse a lungo. Si trattava di
riconoscere la libertà dell’azione di Dio, e che non c’erano ostacoli che potessero impedirgli di
raggiungere il cuore delle persone, qualsiasi fosse la condizione di provenienza, morale o religiosa.
A sbloccare la situazione fu l’adesione all’evidenza che «Dio, che conosce i cuori»,
il cardiognosta, conosce i cuori, Lui stesso sosteneva la causa in favore della possibilità che i
pagani potessero essere ammessi alla salvezza, «concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a
noi» (At 15,8), concedendo così anche ai pagani lo Spirito Santo, come a noi. In tal modo prevalse
il rispetto di tutte le sensibilità, temperando gli eccessi; si fece tesoro dell’esperienza avuta da
Pietro con Cornelio: così, nel documento finale, troviamo la testimonianza del protagonismo dello
Spirito in questo cammino di decisioni, e della sapienza che è sempre capace di ispirare: «È parso
bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo» eccetto quello necessario (At 15,28).
“Noi”: In questo Sinodo andiamo sulla strada di poter dire “è parso allo Spirito Santo e a noi”,
perché sarete in dialogo continuo tra voi sotto l’azione dello Spirito Santo, anche in dialogo con lo
Spirito Santo. Non dimenticatevi di questa formula: “È parso bene allo Spirito Santo e a noi di non
imporvi altro obbligo”: è parso bene allo Spirito Santo e a noi. Così dovrete cercare di esprimervi,
in questa strada sinodale, in questo cammino sinodale. Se non ci sarà lo Spirito, sarà un
parlamento diocesano, ma non un Sinodo. Noi non stiamo facendo un parlamento diocesano, non
stiamo facendo uno studio su questo o l’altro, no: stiamo facendo un cammino di ascoltarsi e
ascoltare lo Spirito Santo, di discutere e anche discutere con lo Spirito Santo, che è un modo di
pregare.
“Lo Spirito santo e noi”. C’è sempre, invece, la tentazione di fare da soli, esprimendo
una ecclesiologia sostitutiva – ce ne sono tante, di ecclesiologie sostitutive – come se, asceso al
Cielo, il Signore avesse lasciato un vuoto da riempire, e lo riempiamo noi. No, il Signore ci ha
lasciato lo Spirito! Ma le parole di Gesù sono chiare: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro
Paràclito perché rimanga con voi per sempre. […] Non vi lascerò orfani» (Gv 14,16.18). Per
l’attuazione di questa promessa la Chiesa è sacramento, come affermato in Lumen gentium 1: «La
Chiesa è, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell’intima unione
con Dio e dell’unità di tutto il genere umano». In questa frase, che raccoglie la testimonianza del
Concilio di Gerusalemme, c’è la smentita di chi si ostina a prendere il posto di Dio, pretendendo di
modellare la Chiesa sulle proprie convinzioni culturali, storiche, costringendola a frontiere armate,

a dogane colpevolizzanti, a spiritualità che bestemmiano la gratuità dell’azione coinvolgente di Dio.
Quando la Chiesa è testimone, in parole e fatti, dell’amore incondizionato di Dio, della sua
larghezza ospitale, esprime veramente la propria cattolicità. Ed è spinta, interiormente ed
esteriormente, ad attraversare gli spazi e i tempi. L’impulso e la capacità vengono dallo
Spirito:«Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a
Gerusalemme, in tutta la Giudea e Samaria e fino ai confini della terra» (At 1,8). Ricevere la forza
dello Spirito Santo per essere testimoni: questa è la strada di noi Chiesa, e noi saremo Chiesa se
andremo su questa strada.
Chiesa sinodale significa Chiesa sacramento di questa promessa – cioè che lo Spirito sarà con noi –
che si manifesta coltivando l’intimità con lo Spirito e con il mondo che verrà. Ci saranno sempre
discussioni, grazie a Dio, ma le soluzioni vanno ricercate dando la parola a Dio e alle sue voci in
mezzo a noi; pregando e aprendo gli occhi a tutto ciò che ci circonda; praticando una vita fedele al
Vangelo; interrogando la Rivelazione secondo un’ermeneutica pellegrina che sa custodire il
cammino cominciato negli Atti degli Apostoli. E questo è importante: il modo di capire, di
interpretare. Un’ermeneutica pellegrina, cioè che è in cammino. Il cammino che è incominciato
dopo il Concilio? No. È incominciato con i primi Apostoli, e continua. Quando la Chiesa si ferma,
non è più Chiesa, ma una bella associazione pia perché ingabbia lo Spirito Santo. Ermeneutica
pellegrina che sa custodire il cammino incominciato negli Atti degli Apostoli. Diversamente si
umilierebbe lo Spirito Santo. Gustav Mahler – questo l’ho detto altre volte – sosteneva che la
fedeltà alla tradizione non consiste nell’adorare le ceneri ma nel custodire il fuoco. Io domando a
voi: “Prima di incominciare questo cammino sinodale, a che cosa siete più inclini: a custodire le
ceneri della Chiesa, cioè della vostra associazione, del vostro gruppo, o a custodire il fuoco? Siete
più inclini ad adorare le vostre cose, che vi chiudono – io sono di Pietro, io sono di Paolo, io sono
di questa associazione, voi dell’altra, io sono prete, io sono Vescovo – o vi sentite chiamati a
custodire il fuoco dello Spirito? È stato un grande compositore, questo Gustav Mahler, ma è anche
maestro di saggezza con questa riflessione. Dei Verbum (n. 8), citando la Lettera agli Ebrei,
afferma: «“Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri” (Eb 1,1),
non cessa di parlare con la Sposa del suo Figlio». C’è una felice formula di San Vincenzo di Lérins
che, mettendo a confronto l’essere umano in crescita e la Tradizione che si trasmette da una
generazione all’altra, afferma che non si può conservare il “deposito della fede” senza farlo
progredire: «consolidandosi con gli anni, sviluppandosi col tempo, approfondendosi con l’età»
(Commonitorium primum, 23,9) – “ut annis consolidetur, dilatetur tempore, sublimetur
aetate”. Questo è lo stile del nostro cammino: le realtà, se non camminano, sono come le acque.
Le realtà teologiche sono come l’acqua: se l’acqua non scorre ed è stantia è la prima a entrare in
putrefazione. Una Chiesa stantia incomincia a essere putrefatta.
Vedete come la nostra Tradizione è una pasta lievitata, una realtà in fermento dove possiamo
riconoscere la crescita, e nell’impasto una comunione che si attua in movimento: camminare
insieme realizza la vera comunione. È ancora il libro degli Atti degli Apostoli ad aiutarci,
mostrandoci che la comunione non sopprime le differenze. È la sorpresa della Pentecoste, quando
le lingue diverse non sono ostacoli: nonostante fossero stranieri gli uni per gli altri, grazie all’azione
dello Spirito «ciascuno sente parlare nella propria lingua nativa» (At 2,8). Sentirsi a casa, differenti
ma solidali nel cammino. Scusatemi la lunghezza, ma il Sinodo è una cosa seria, e per questo io mi
sono permesso di parlare…
Tornando al processo sinodale, la fase diocesana è molto importante, perché realizza l’ascolto della
totalità dei battezzati, soggetto del sensus fidei infallibile in credendo. Ci sono molte resistenze a
superare l’immagine di una Chiesa rigidamente distinta tra capi e subalterni, tra chi insegna e chi
deve imparare, dimenticando che a Dio piace ribaltare le posizioni: «Ha rovesciato i potenti dai
troni, ha innalzato gli umili» (Lc 1,52), ha detto Maria. Camminare insieme scopre come sua linea
piuttosto l’orizzontalità che la verticalità. La Chiesa sinodale ripristina l’orizzonte da cui sorge il sole
Cristo: innalzare monumenti gerarchici vuol dire coprirlo. I pastori camminano con il popolo: noi

pastori camminiamo con il popolo, a volte davanti, a volte in mezzo, a volte dietro. Il buon pastore
deve muoversi così: davanti per guidare, in mezzo per incoraggiare e non dimenticare l’odore del
gregge, dietro perché il popolo ha anche “fiuto”. Ha fiuto nel trovare nuove vie per il cammino, o
per ritrovare la strada smarrita. Questo voglio sottolinearlo, e anche ai Vescovi e ai preti della
diocesi. Nel loro cammino sinodale si domandino: “Ma io sono capace di camminare, di muovermi,
davanti, in mezzo e dietro, o sono soltanto nella cattedra, mitra e baculo?”. Pastori immischiati, ma
pastori, non gregge: il gregge sa che siamo pastori, il gregge sa la differenza. Davanti per indicare
la strada, in mezzo per sentire cosa sente il popolo e dietro per aiutare coloro che rimangono un
po’ indietro e per lasciare un po’ che il popolo veda con il suo fiuto dove sono le erbe più buone.
Il sensus fidei qualifica tutti nella dignità della funzione profetica di Gesù Cristo (cfr Lumen
gentium, 34-35), così da poter discernere quali sono le vie del Vangelo nel presente. È il “fiuto”
delle pecore, ma stiamo attenti che, nella storia della salvezza, tutti siamo pecore rispetto al
Pastore che è il Signore. L’immagine ci aiuta a capire le due dimensioni che contribuiscono a
questo “fiuto”. Una personale e l’altra comunitaria: siamo pecore e siamo parte del gregge, che in
questo caso rappresenta la Chiesa. Stiamo leggendo nel Breviario, Ufficio delle Letture, il “De
pastoribus” di Agostino, e lì ci dice: “Con voi sono pecora, per voi sono pastore”. Questi due
aspetti, personale ed ecclesiale, sono inseparabili: non può esserci sensus fidei senza
partecipazione alla vita della Chiesa, che non è solo l’attivismo cattolico, ci dev’essere soprattutto
quel “sentire” che si nutre dei «sentimenti di Cristo» (Fil 2,5).
L’esercizio del sensus fidei non può essere ridotto alla comunicazione e al confronto tra opinioni
che possiamo avere riguardo a questo o quel tema, a quel singolo aspetto della dottrina, o a quella
regola della disciplina. No, quelli sono strumenti, sono verbalizzazioni, sono espressioni dogmatiche
o disciplinari. Ma non deve prevalere l’idea di distinguere maggioranze e minoranze: questo lo fa
un parlamento. Quante volte gli “scarti” sono diventati “pietra angolare”
(cfr Sal 118,22; Mt 21,42), i «lontani» sono diventati «vicini» (Ef 2,13). Gli emarginati, i poveri, i
senza speranza sono stati eletti a sacramento di Cristo (cfr Mt 25,31-46). La Chiesa è così. E
quando alcuni gruppi volevano distinguersi di più, questi gruppi sono finiti sempre male, anche
nella negazione della Salvezza, nelle eresie. Pensiamo a queste eresie che pretendevano di portare
avanti la Chiesa, come il pelagianesimo, poi il giansenismo. Ogni eresia è finita male. Lo
gnosticismo e il pelagianesimo sono tentazioni continue della Chiesa. Ci preoccupiamo tanto,
giustamente, che tutto possa onorare le celebrazioni liturgiche, e questo è buono – anche se
spesso finiamo per confortare solo noi stessi – ma San Giovanni Crisostomo ci ammonisce: «Vuoi
onorare il corpo di Cristo? Non permettere che sia oggetto di disprezzo nelle sue membra cioè nei
poveri, privi di panni per coprirsi. Non onorarlo qui in chiesa con stoffe di seta, mentre fuori lo
trascuri quando soffre per il freddo e la nudità. Colui che ha detto: “Questo è il mio corpo”,
confermando il fatto con la parola, ha detto anche “Mi avete visto affamato e non mi avete dato da
mangiare” e: “Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno dei più piccoli tra questi, non
l’avete fatto neppure a me”» (Omelie sul Vangelo di Matteo, 50, 3). “Ma, Padre, cosa sta dicendo?
I poveri, i mendicanti, i giovani tossicodipendenti, tutti questi che la società scarta, sono parte del
Sinodo?”. Sì, caro, sì, cara: non lo dico io, lo dice il Signore: sono parte della Chiesa. Al punto tale
che se tu non li chiami, si vedrà il modo, o se non vai da loro per stare un po’ con loro,
per sentire non cosa dicono ma cosa sentono, anche gli insulti che ti danno, non stai facendo bene
il Sinodo. Il Sinodo è fino ai limiti, comprende tutti. Il Sinodo è anche fare spazio al dialogo sulle
nostre miserie, le miserie che ho io come Vescovo vostro, le miserie che hanno i Vescovi ausiliari,
le miserie che hanno i preti e i laici e quelli che appartengono alle associazioni; prendere tutta
questa miseria! Ma se noi non includiamo i miserabili – tra virgolette – della società, quelli scartati,
mai potremo farci carico delle nostre miserie. E questo è importante: che nel dialogo possano
emergere le proprie miserie, senza giustificazioni. Non abbiate paura!
Bisogna sentirsi parte di un unico grande popolo destinatario delle divine promesse, aperte a un
futuro che attende che ognuno possa partecipare al banchetto preparato da Dio per tutti i

popoli (cfr Is 25,6). E qui vorrei precisare che anche sul concetto di “popolo di Dio” ci possono
essere ermeneutiche rigide e antagoniste, rimanendo intrappolati nell’idea di una esclusività, di un
privilegio, come accadde per l’interpretazione del concetto di “elezione” che i profeti hanno
corretto, indicando come dovesse essere rettamente inteso. Non si tratta di un privilegio – essere
popolo di Dio –, ma di un dono che qualcuno riceve … per sé? No: per tutti, il dono è per donarlo:
questa è la vocazione. È un dono che qualcuno riceve per tutti, che noi abbiamo ricevuto per gli
altri, è un dono che è anche una responsabilità. La responsabilità di testimoniare nei fatti e non
solo a parole le meraviglie di Dio, che, se conosciute, aiutano le persone a scoprire la sua esistenza
e ad accogliere la sua salvezza. L’elezione è un dono, e la domanda è: il mio essere cristiano, la
mia confessione cristiana, come lo regalo, come lo dono? La volontà salvifica universale di Dio si
offre alla storia, a tutta l’umanità attraverso l’incarnazione del Figlio, perché tutti, attraverso la
mediazione della Chiesa, possano diventare figli suoi e fratelli e sorelle tra loro. È in questo modo
che si realizza la riconciliazione universale tra Dio e l’umanità, quell’unità di tutto il genere umano
di cui la Chiesa è segno e strumento (cfr Lumen gentium, 1). Già prima del Concilio Vaticano II era
maturata la riflessione, elaborata sullo studio attento dei Padri, che il popolo di Dio è proteso verso
la realizzazione del Regno, verso l’unità del genere umano creato e amato da Dio. E la Chiesa
come noi la conosciamo e sperimentiamo, nella successione apostolica, questa Chiesa deve sentirsi
in rapporto con questa elezione universale e per questo svolgere la sua missione. Con questo
spirito ho scritto Fratelli tutti. La Chiesa, come diceva San Paolo VI, è maestra di umanità che oggi
ha lo scopo di diventare scuola di fraternità.
Perché vi dico queste cose? Perché nel cammino sinodale, l’ascolto deve tener conto del sensus
fidei, ma non deve trascurare tutti quei “presentimenti” incarnati dove non ce l’aspetteremmo: ci
può essere un “fiuto senza cittadinanza”, ma non meno efficace. Lo Spirito Santo nella sua libertà
non conosce confini, e non si lascia nemmeno limitare dalle appartenenze. Se la parrocchia è la
casa di tutti nel quartiere, non un club esclusivo, mi raccomando: lasciate aperte porte e finestre,
non vi limitate a prendere in considerazione solo chi frequenta o la pensa come voi – che saranno
il 3, 4 o 5%, non di più. Permettete a tutti di entrare… Permettete a voi stessi di andare incontro e
lasciarsi interrogare, che le loro domande siano le vostre domande, permettete di camminare
insieme: lo Spirito vi condurrà, abbiate fiducia nello Spirito. Non abbiate paura di entrare in dialogo
e lasciatevi sconvolgere dal dialogo: è il dialogo della salvezza.
Non siate disincantati, preparatevi alle sorprese. C’è un episodio nel libro dei Numeri (cap. 22) che
racconta di un’asina che diventerà profetessa di Dio. Gli ebrei stanno concludendo il lungo viaggio
che li condurrà alla terra promessa. Il loro passaggio spaventa il re Balak di Moab, che si affida ai
poteri del mago Balaam per bloccare quella gente, sperando di evitare una guerra. Il mago, a suo
modo credente, domanda a Dio che fare. Dio gli dice di non assecondare il re, che però insiste, e
allora lui cede e sale su un’asina per adempiere il comando ricevuto. Ma l’asina cambia strada
perché vede un angelo con la spada sguainata che sta lì a rappresentare la contrarietà di Dio.
Balaam la tira, la percuote, senza riuscire a farla tornare sulla via. Finché l’asina si mette a parlare
avviando un dialogo che aprirà gli occhi al mago, trasformando la sua missione di maledizione e
morte in missione di benedizione e vita.
Questa storia ci insegna ad avere fiducia che lo Spirito farà sentire sempre la sua voce. Anche
un’asina può diventare la voce di Dio, aprirci gli occhi e convertire le nostre direzioni sbagliate. Se
lo può fare un’asina, quanto più un battezzato, una battezzata, un prete, un Vescovo, un Papa.
Basta affidarsi allo Spirito Santo che usa tutte le creature per parlarci: soltanto ci chiede di pulire le
orecchie per sentire bene.
Sono venuto qui per incoraggiarvi a prendere sul serio questo processo sinodale e a dirvi che lo
Spirito Santo ha bisogno di voi. E questo è vero: lo Spirito Santo ha bisogno di noi. Ascoltatelo
ascoltandovi. Non lasciate fuori o indietro nessuno. Farà bene alla Diocesi di Roma e a tutta la
Chiesa, che non si rafforza solo riformando le strutture – questo è il grande inganno! –, dando

istruzioni, offrendo ritiri e conferenze, o a forza di direttive e programmi – questo è buono, ma
come parte di altro – ma se riscoprirà di essere popolo che vuole camminare insieme, tra di noi e
con l’umanità. Un popolo, quello di Roma, che contiene la varietà di tutti i popoli e di tutte le
condizioni: che straordinaria ricchezza, nella sua complessità! Ma occorre uscire dal 3-4% che
rappresenta i più vicini, e andare oltre per ascoltare gli altri, i quali a volte vi insulteranno, vi
cacceranno via, ma è necessario sentire cosa pensano, senza volere imporre le nostre cose:
lasciare che lo Spirito ci parli.
In questo tempo di pandemia, il Signore spinge la missione di una Chiesa che sia sacramento di
cura. Il mondo ha elevato il suo grido, ha manifestato la sua vulnerabilità: il mondo ha bisogno di
cura.
Coraggio e avanti! Grazie!

Calendario Settembre 2021

5 Settembre 2021 Commenti disabilitati su Calendario Settembre 2021 By Don Roberto

8 settembre
Festa della Natività di Maria.
Ore 17.30 S. Rosario meditato.
Canto delle Litanie.
Santa Messa. Offerta dell’Incenso.
Cappella Mater Misericordiae.

11 settembre
Memoria in Basilica dei Santi Proto e Giacinto, martiri.
Ore 18.00 Celebrazione Eucaristica
Altare dei Santi Martiri.

15 settembre
Giornata diocesana di preghiera e digiuno per l’Afghanistan.

18 settembre
Papa Francesco Incontra la sua Diocesi di Roma.
Aula Paolo VI .
La nostra parrocchia secondo le indicazioni del Vicariato sarà presente con 10 rappresentanti.

27 settembre
Santi Cosma e Damiano,
Compatroni della Parrocchia.
Apertura dell’Anno Pastorale.
Convocazione del Consiglio Pastorale, dei Responsabili delle attività della Parrocchia, gli Istituti religiosi.

Notizie in Parrocchia.

Ricordo che è arrivato in Parrocchia il nuovo Sacerdote don Massimo Talamona che camminerà con noi.
Lo saluteremo nel Benvenuto, nella S. Messa di Domenica 19 alle ore 10.30.

Gli orari delle Sante Messe:
Da Domenica 19 Settembre.
Ore 10.30 parrocchiale.
Ore 11.30 comunità Indiana.
Ore 18.00 S. Messa in Inglese.
Ore 19.00 S. Messa animata dagli Universitari.

Dal 20 settembre
Ore 7.25 riprende la S. Messa.

Lettera per la Giornata di preghiera e Digiuno per l’Afghanistan

3 Settembre 2021 Commenti disabilitati su Lettera per la Giornata di preghiera e Digiuno per l’Afghanistan By Don Roberto

Cari Amici della Parrocchia, la lettera per la Giornata di preghiera e Digiuno per l’Afghanistan.

Roma, 3 settembre 2021

Carissimi,

è sotto gli occhi di tutti noi il dramma del popolo afghano. La loro storia travagliata, l’abbandono a sé stessi, e la mancanza di prospettiva futura ci fa temere per questi fratelli e sorelle. Come avete potuto vedere dai mass media, sono arrivate moltissime famiglie che necessitano di tutto e chiedono accoglienza.

Il nostro Vescovo Papa Francesco, ci ha rivolto un appello forte: “Cari fratelli e sorelle, seguo con grande preoccupazione la situazione in Afghanistan. In momenti storici come questo non possiamo rimanere indifferenti, la storia della Chiesa ce lo insegna. Come cristiani questa situazione ci impegna. Per questo rivolgo un appello, a tutti, a intensificare la preghiera e a praticare il digiuno. Preghiera e digiuno, preghiera e penitenza. Questo è il momento di farlo. Sto parlando sul serio: intensificare la preghiera e praticare il digiuno, chiedendo al Signore misericordia e perdono.”

Per questo, la Diocesi vuole accogliere l’appello del nostro Vescovo con una giornata diocesana di digiuno, preghiera e solidarietà, che vivremo insieme il giorno 15 settembre 2021, memoria di Maria Addolorata.

Invito tutti voi ad unirci come Popolo di Dio. Lo faremo pregando anzitutto per i nostri fratelli afghani, chiedendo l’intercessione di Maria, in particolare per le donne, e trasformando il digiuno in contributo di carità per l’accoglienza delle famiglie di profughi.

Lo stesso giorno, alle ore 21.00, nella comunità parrocchiale dei Santi Fabiano e Venanzio si svolgerà un momento di preghiera che presiederò. Vi invito ad unirvi spiritualmente alla stessa ora (o in orari diversi) ciascuno presso la propria comunità. Nei prossimi giorni sarà mia cura mandarvi una traccia che potrete utilizzare per la preghiera.

Vi invito a coinvolgere il più possibile la comunità e tutte le realtà ecclesiali.

Siamo in contatto con le istituzioni e, attraverso la Caritas diocesana, stiamo cercando di contribuire alle accoglienze; per questo, vi suggerisco di devolvere ad essa il frutto del vostro digiuno o delle offerte che potrete raccogliere. Allo stesso tempo, sarebbe un bel segno evangelico se nascesse anche la disponibilità ad accogliere una persona o una famiglia presso la parrocchia, l’istituto religioso o direttamente in famiglia. La loro speranza viene sostenuta se faranno esperienza della nostra solidarietà.

Vi saluto e vi benedico,

+ Gianpiero Palmieri

Vicegerente

Incontro 18 Settembre con il Santo Padre Francesco.

2 Settembre 2021 Commenti disabilitati su Incontro 18 Settembre con il Santo Padre Francesco. By Don Roberto

Cari amici del C.P., Equipe, Catechisti.

Di seguito la lettera di Sua Eminenza il Cardinale Vicario.
Ci sentiamo Domenica 5 con voi tutti per la presenza, le tre parole consegnate da Sua Eminenza vanno approfondite.
Un caro saluto.
don roberto.

Roma, 2 settembre 2021

Ai Sacerdoti e ai Diaconi della Diocesi di Roma

Carissimi sacerdoti,

​con grande gioia vi comunico che nella mattina di sabato 18 settembre incontreremo Papa Francesco nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Sono invitati a partecipare i laici dell’Équipe e dei Consigli Pastorali (massimo dieci persone per parrocchia), i sacerdoti, i diaconi, i Superiori delle Case dei Religiosi e delle Religiose, i Responsabili diocesani di Associazioni, Movimenti e Cammini ecclesiali. A breve la Segreteria Generale vi invierà tutte le informazioni relative all’Udienza e alle condizioni da osservare per la sicurezza.​

Ma vorrei anche approfittare di questa lettera per condividere con voi qualche riflessione sull’anno pastorale che comincia.

Sono convinto che quest’anno rappresenterà una svolta, una possibilità straordinaria di crescita per tutti noi, per tutta la nostra Chiesa diocesana. L’esperienza vissuta a Fatima, nel pellegrinaggio diocesano, è stata una conferma, come un sigillo, di questa percezione. Racchiudo il mio pensiero in tre parole che, come grandi pennellate, dipingono l’orizzonte di fondo dell’anno che ci apprestiamo a cominciare. Le collego al Vangelo di domenica prossima, 5 settembre, che è il Vangelo della guarigione del sordomuto.

La prima parola, di cui non dobbiamo avere timore, è la parola Sinodo. È una parola portatrice di una grande ricchezza di significato, di tradizione ecclesiale, e Papa Francesco ci aiuterà a comprenderla in tutta la sua portata. È una parola che richiama lo stile “proprio” della Chiesa: invita alla fraternità, al sostegno reciproco, a compiere insieme quei passi in avanti che ci permettono di raggiungere qualcosa o meglio Qualcuno che ci attira e che ci ispira. È una parola che, più che dire la straordinarietà di un tempo, sottolinea la grazia contenuta in ogni tempo della vita della Chiesa e che ci viene donata quando si cammina insieme. Nel Vangelo di domenica sono gli altri che portano il sordomuto da Gesù e che lo pregano di guarirlo. Il Signore non ci salva mai da soli, sottolinea spesso Papa Francesco; per questo chi non cammina in maniera sinodale non va molto lontano.

L’altra parola è ascolto. Abbiamo camminato due anni, il lungo tempo della pandemia, cercando di ascoltare il grido della città, approfittando della riduzione delle attività per aprire le orecchie sulle vite degli altri, con un atteggiamento positivo, di accoglienza e di amicizia. Sì, il Signore doveva forzare qualcosa in noi, la nostra sordità, la tendenza a chiuderci rispetto a tutto quello che non è la nostra stessa voce, le nostre stesse parole. Ve lo dico con la fermezza del Signore, come per forzarvi: la Chiesa che non sa ascoltare le storie degli uomini e le donne del suo tempo, che non è capace di intercettarne i sogni, le sofferenze, le domande, le malattie, ma soprattutto l’opera di Dio in loro, è una Chiesa sorda. Non andrà molto lontano. Ridirà in maniera ossessiva parole che non parlano più, farà riferimento a vissuti che nessuno più vive. L’ascolto invece apre la finestra al vento dello Spirito Santo; le dita di Gesù sulle nostre orecchie chiuse sbloccano la via attraverso la quale il Signore ringiovanisce e rinnova la sua Chiesa.

Infine la parola kerigma, che è l’incontro vivo con il Signore Risorto. Tutto ciò che la Chiesa fa e dice ha senso solo se è al servizio di questo incontro. Anche farsi prossimi all’altro per accoglierlo e volergli bene, come faceva il Signore, è kerigma in atto, è dare volto, mani e gambe al Signore che vuole far sperimentare il suo amore ai suoi fratelli. L’uomo del Vangelo è sordo ed è muto, meglio “balbetta”. Ha bisogno che il Signore sciolga i nodi che sono in Lui, e che lo guarisca con l’acqua viva della sua Parola (la saliva). ​ Sono convinto che, se quest’anno sapremo camminare insieme in maniera sinodale, in ascolto della Parola e delle vite degli altri, il Signore ci donerà nuovo entusiasmo per l’evangelizzazione, ci aprirà per il futuro nuove prospettive e nuove piste: “Effatà, apriti! Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua Parola, e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre”.

Carissimi, vorrei segnalarvi altri due appuntamenti:

Nelle settimane immediatamente successive all’incontro del 18 settembre incontrerò voi sacerdoti nei settori, in una data e in luogo che vi saranno comunicati a breve dai vostri vescovi ausiliari. Mi piacerebbe che condividessimo, commentandole insieme, le linee del cammino di quest’anno, sempre tenendo conto che non si tratta di fare tante cose ma solo quelle che lasciano davvero il segno in noi e nella vita della nostra comunità, che spingono a compiere i passaggi e le traversate a cui ci chiama il Signore.
Infine l’apertura del Sinodo di Roma e della Chiesa mondiale, che verrà celebrata da Papa Francesco nella mattina di domenica 10 ottobre nella Basilica di San Pietro.​ Sarà possibile partecipare ai parroci e ai viceparroci e a due persone per parrocchia.
Con affetto vi saluto e vi benedico in attesa di incontrarvi.​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​

Angelo Card. De Donatis

Vicario Generale di Sua Santità

per la Diocesi di Roma

Appuntamenti di Settembre 2021

1 Settembre 2021 Commenti disabilitati su Appuntamenti di Settembre 2021 By Don Roberto

Bentornati.

Cari amici della Parrocchia dopo la pausa estiva “riprende” la vita della nostra Comunità parrocchiale.

Viviamo il tempo della Vaccinazione.

“Abbiamo certamente registrato progressi significativi nella creazione e nella distribuzione di vaccini efficaci, però ci rimane ancora molto lavoro da portare a termine.
Ci sono stati già più di duecento milioni di casi confermati e quattro milioni di morti per questa piaga terribile, che ha causato anche tanta rovina economica e sociale”.(Papa Francesco 27.08.2021).

Il nuovo Anno pastorale.

Vivremo, un tempo ancora segnato da una non presenza piena, dell’intera Comunità.
Anche in questo anno, alcuni incontri avverranno da remoto, alcuni speriamo in presenza.

Le parole, che guideranno il cammino parrocchiale quest’anno, saranno: Sinodo, Ascolto, Kerigma.

Appuntamenti di Settembre.

8 settembre
Festa della Natività di Maria.
Ore 17.30 S. Rosario meditato.
Canto delle Litanie.
Santa Messa. Offerta dell’Incenso.
Cappella Mater Misericordiae.

11 settembre
Memoria in Basilica dei Santi Proto e Giacinto,martiri.
Ore 18.00 Celebrazione Eucaristica
Altare dei Santi Martiri.

15 settembre
Giornata diocesana di preghiera e digiuno per l’Afghanistan.

18 settembre
Papa Francesco Incontra la sua Diocesi di Roma.
Aula Paolo VI .
La nostra parrocchia secondo le indicazioni del Vicariato sarà presente con 10 rappresentanti.

27 settembre
Santi Cosma e Damiano,
Compatroni della Parrocchia.
Apertura dell’Anno Pastorale.
Convocazione del Consiglio Pastorale, dei Responsabili delle attività della Parrocchia, gli Istituti religiosi.

Notizie in Parrocchia.

Ricordo che è arrivato in Parrocchia il nuovo Sacerdote don Massimo Talamona che camminerà con noi.
Lo saluteremo nel Benvenuto, nella S. Messa di Domenica 19 alle ore 10.30.

Gli orari delle Sante Messe:
Da Domenica 19 Settembre.
Ore 10.30 parrocchiale.
Ore 11.30 comunità Indiana.
Ore 18.00 S. Messa in Inglese.
Ore 19.00 S. Messa animata dagli Universitari.

Dal 20 settembre
Ore 7.25 riprende la S. Messa.

Domenica 12 Settembre, il vademecum per l’Anno Pastorale, sarà consegnato durante la S.Messa e nelle Famiglie.

Nei mesi estivi, abbiamo celebrato (e celebreremo) alcuni Matrimoni.
Una minima ripresa, che accompagniamo ricordando al Signore le nuove Coppie di Sposi.

Nel tempo dell’Estate sono tornati alla Casa del Padre 5 tra fratelli e sorelle della Comunità.
Alcuni facevano parte del gruppo dei malati della Parrocchia.
Abbiamo pregato per loro e con i loro famigliari.
Li ricorderemo nella S.Messa dei Compatroni della Parrocchia il 27 settembre.

Cari amici,

“Da una crisi non si esce uguali: usciremo migliori o peggiori.

Da una crisi non si esce da soli: usciremo insieme o non potremo uscirne” (Papa Francesco 27.08.2021).

Coraggio camminiamo insieme al Signore, Via, Verità, Vita.

don roberto

Calendario Chiesa Agosto 2021

26 Agosto 2021 Commenti disabilitati su Calendario Chiesa Agosto 2021 By Don Roberto

AGOSTO TEMPO DELL’ESTATE

Cari amici della Parrocchia di S.Giovanni Battista dei Fiorentini, anche quest’anno registrata la contrazione della Comunità in Estate, riproponiamo l’orario per il mese di Agosto. Quest’anno, Giuseppe il sagrestano prenderà alcuni giorni di ferie. I sacerdoti in parrocchia si alterneranno per alcuni giorni di riposo. A tutti un buon Agosto.

Orari Apertura e Chiusura della Basilica parrocchiale

Dal 9 AL 31 AGOSTO 2021

APERTURA DAL LUNEDI AL VENERDI 8.30
SABATO ORE 09.00 DOMENICA ORE 9,00
APERTURA DAL LUNEDI ALLA DOMENICA 17.30
CHIUSURA DAL LUNEDI AL SABATO ORE 11.30
CHIUSURA DAL LUNEDI AL VENERDI ORE 18.45
CHIUSURA IL SABATO ORE 19.00
CHIUSURA DOMENICA ORE 13.00 DOMENICA ORE 20.00
INVITO PER I FEDELI, I PELLEGRINI, I VISITATORI

IN BASILICA DURANTE LA SANTA MESSA NON SONO PERMESSE LE VISITE.
GROUP AND PERSONALE VISIT ARE NOT ALLOWED DURING MASS.
______________________________________________________
SANTA MESSA FERIALE 18.00 DAL LUNEDI AL VENERDI

Ore 18.30 Vespri del Giorno.

SANTA MESSA FESTIVA SABATO S.MESSA PRE-FESTIVA ORE 18.00

DOMENICA 10.00 PARROCCHIA
11.00 COMUNITA’ INDIANA RITO LATINO

19.00 PARROCCHIA ****

****SOLO IL 15 AGOSTO LA SANTA MESSA ALLE ORE 19.00

VIENE SOSPESA.

AVVISO AI FEDELI
SETTEMBRE 2021

L’ORARIO APERTURA E CHIUSURA, SANTE MESSE
RIMARRA’ FINO AL GIORNO 11 SETTEMBRE 2021.
UFFICIO PARROCCHIALE AGOSTO SABATO ORE 17.00

Orari Apertura e Chiusura della Basilica parrocchiale – LUGLIO/AGOSTO 2021

7 Luglio 2021 Commenti disabilitati su Orari Apertura e Chiusura della Basilica parrocchiale – LUGLIO/AGOSTO 2021 By Don Roberto

Apertura Dal Lunedi Al Sabato 8.30
Domenica Ore 9,00
Apertura Dal Lunedi Al Sabato 17.00
Apertura Domenica 17.30
Chiusura Martedì, Giovedì, Venerdì, Sabato Ore 12.00
Chiusura 11.45 Lunedi, Mercoledì
Chiusura Domenica Ore 13.00
Domenica Ore 20.00

No Visite In Basilica Durante La Santa Messa

Group And Personale Visit
Are Not Allowed During Mass

______________________________________________________

Santa Messa Feriale
18.00 Dal Lunedi Al Venerdì
Ore 18.30 Vespri Del Giorno.
Santa Messa Festiva

Sabato S. Messa Pre-Festiva Ore 18.00
Domenica 10.00 Parrocchia
11.00 Comunità Indiana Rito Latino

19.00 Parrocchia
Ufficio Parrocchiale

Lunedi Ore 17.00-18.00. Mercoledì E Sabato Ore 10.00-12.00 Luglio

Sabato Ore 10.00 -12-00 Agosto

Pausa estiva

7 Luglio 2021 Commenti disabilitati su Pausa estiva By Don Roberto

Cari amici della Parrocchia, il sito prenderà un momento di riposo per la pausa estiva e ritornerà a Settembre con la vita della nostra Comunità.

Un caro augurio di buone vacanze a tutti.

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