Mese Mariano in Parrocchia
Dal 1 al 30 Maggio 2020, Pellegrinaggio virtuale ai Santuari mariani del Lazio.
Cammino di Preghiera, di Cultura, di meditazione.
Seguiteci sulla pagina Facebook: PAGINA FACEBOOK UFFICIALE: GIOVANNIBATTISTA FIORENTINI
Orari Ufficio Parrocchiale
Dal 4 maggio l’ufficio riprenderà il suo servizio.
Dal lunedì al Sabato dalle ore 10.00 alle ore 12.00.
Si prega di telefonare per previo appuntamento.
Veglia Pasquale 2020 in Basilica Parrocchiale
“Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti,
primizia di coloro che sono morti.
Poiché se a causa di un uomo venne la morte,
a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti”.
(1 Cor 11, 20-21)
Cari Amici e Fedeli dei Fiorentini, Buona Pasqua di Risurrezione.
Ognuno si rallegri perché Cristo Risorto risolleverà la nostra tristezza e la trasformerà in gioia.
Il contagio della gioia della Risurrezione scacci questo male del corpo presente, ma non dello Spirito e ci faccia cantare: Alleluia. Alleluia.
Alleluia.
Con grande amicizia e affetto per le singole Famiglie, per le Persone sole, per i Malati, per i nostri Anziani, per i Poveri, per tutti noi tutti noi Amici di Cristo.
I sacerdoti della Parrocchia di S.Giovanni Battista dei Fiorentini, don Roberto, don Suawek, don Roberto.
Auguri. Auguri.
Auguri.
Pagina Facebook, in Comunione virtuale ma profonda in Cristo nostra Via, Verita e Vita.
Dall’inizio della Pandemia abbiamo rafforzato la voce della comunità, il suo cammino quotidiano di preghiera, di riflessione, condivisione, attraverso la nostra pagina Facebook Giovannibattista fiorentini.
Ringraziamo i numerosi contatti e le parole di apprezzamento che avete dimostrato. Rimaniamo uniti nelle nostre Famiglie, con i nostri Anziani, con i Poveri del rione Ponte.
“Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati”. (S.Paolo ai Corinti)
Straordinaria Necessità
La diocesi di Roma interviene sul territorio per far fronte alle esigenze straordinarie delle parrocchie, della Caritas diocesana e dei parrocchiani che si trovano in condizioni di straordinaria necessità.
Eventuali donazioni potranno essere inviate alla diocesi tramite bonifico bancario, da effettuare a:
Diocesi di Roma, iban: IT69I0306909606100000010151; causale: Erogazione Liberale – Emergenza Covid-19.
Gli enti, le società e le imprese che svolgono una attività commerciale potranno richiedere una attestazione-quietanza per ottenere la deduzione di un importo fino al 2% del reddito d’impresa dichiarato ai sensi dell’art. 100 comma 2 lettera a) del TUIR.
A tal fine i benefattori dovranno inviare per e-mail all’Ufficio amministrativo del Vicariato di Roma (ufficio.amministrativo@diocesidiroma.it) i loro dati per ottenere la quietanza, inserendo la denominazione ufficiale della società, il rappresentante legale, l’indirizzo della sede, il codice fiscale o numero di partita Iva, l’importo erogato e la copia del bonifico.
L’Amministrazione non appena riceverà il bonifico e i dati fiscali del benefattore provvederà a emettere l’attestazione o quietanza.
La Celebrazione del Triduo Pasquale nella nostra Diocesi di Roma
Una Pasqua diversa, da vivere «nelle nostre case», «riscoprendo l’ascolto della Parola di Dio e la ricchezza dei simboli della Liturgia». Il cardinale vicario Angelo De Donatis scrive una lettera alla comunità diocesana – sacerdoti e diaconi, religiose e religiosi, e tutto il popolo di Dio – con gli orientamenti pastorali della diocesi di Roma per la Settimana Santa.
Ci avviciniamo a questo tempo, esordisce il vicario, «in una situazione di emergenza sanitaria mondiale, senza poter vivere comunitariamente le celebrazioni pasquali. È una condizione molto triste, ma dobbiamo accogliere la strada che la Provvidenza ci indica, anche se diversa da quella che avevamo immaginato».
Rimane dunque la necessità che le Messe siano celebrate senza la presenza dei fedeli, che potranno seguirle appunto da casa, in streaming o in diretta televisiva.
«Raccomando – scrive il cardinale De Donatis – di seguire le liturgie presiedute dal Santo Padre, nostro vescovo e, in ogni caso, di dedicare un congruo tempo all’orazione personale e familiare, valorizzando soprattutto la Liturgia delle Ore e le altre pratiche di pietà. Rinnovo l’invito a valorizzare la catechesi per gli adulti e per i bambini, con la spiegazione dei segni liturgici da utilizzare nella preghiera in famiglia, nonché a vivere la carità “del telefono” o quella “della porta accanto”».
- La nota della diocesi chiarisce che la Messa della Domenica delle Palme andrà celebrata «solo in forma semplice (terza forma del Messale Romano), omettendo la processione, la benedizione e la distribuzione di palme e rami di ulivo». Quanto al Triduo Pasquale, la Messa Crismale potrà essere celebrata alla fine dell’emergenza sanitaria.
- La Messa in Coena Domini può essere celebrata eccezionalmente senza la presenza del popolo», omettendo la lavanda dei piedi, già facoltativa, e la processione al termine della celebrazione.
- Per il Venerdì Santo, invece, è stata predisposta un’intenzione «da introdurre nella Preghiera universale, dedicata a coloro che si trovano in una situazione di smarrimento, ai malati, al personale sanitario e in suffragio dei defunti». Ancora, l’atto di adorazione della Croce, mediante il bacio, potrà essere effettuato dal solo presidente dell’azione liturgica.
- Un rito più semplice anche quello previsto per la Veglia pasquale, senza l’accensione del fuoco; «della liturgia battesimale si mantenga solo il rinnovo delle promesse». Mentre «i catecumeni riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana al termine dell’emergenza sanitaria».
La Confessione prima della Pasqua
Per i fedeli chiusi in casa a causa dell’emergenza sanitaria ci sono Messe e catechesi in streaming, ma come fare per le confessioni? L’Ufficio liturgico diocesano propone uno schema di liturgia penitenziale utile anche a essere trasmesso via web, «perché offre l’occasione – spiega padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio diocesano – di guidare i fedeli a compiere l’atto di contrizione che in questo tempo sostituisce la confessione».
Viene infatti adattata «una proposta di celebrazione penitenziale in preparazione alla Pasqua già formulata dal Rito della Penitenza – prosegue padre Midili –, tenendo conto che, in questo particolare tempo, è una delle forme migliori per ravvivare nei singoli e nella comunità cristiana lo spirito di penitenza e aiutare i fedeli a prepararsi alla confessione, che poi i singoli potranno celebrare alla fine dell’emergenza». Lo schema prevede infatti il “votum sacramenti”, ovvero il desiderio di ricevere a suo tempo l’assoluzione sacramentale, che «data l’impossibilità di accostarsi alla confessione – sottolineano dall’Ufficio diocesano – accompagnato da una preghiera di pentimento comporta il perdono dei peccati, anche gravi».
Per saperne di più, consultare il sito dell’Ufficio liturgico.
Il cardinale vicario Angelo De Donatis positivo al coronavirus
Il cardinale vicario Angelo De Donatis positivo al coronavirus:
«Offro la mia preghiera per tutta la comunità diocesana e per gli abitanti della città».
La Comunità parrocchiale dei Fiorentini, appena saputa la notizia del contagio del Cardinale ha manifestato con 315 whatsapp arrivati alla parrocchia, la sua preghiera, la sua vicinanza, gli auguri di pronta guarigione a Don Angelo. Maria Santissima Madre del Divino Amore, S.Marco, siano Vicini a Sua Eminenza.
Il decreto del 13 marzo 2020
Con una decisione senza precedenti, consultato il nostro Vescovo Papa Francesco, abbiamo pubblicato ieri, 12 marzo, il decreto che fissa la chiusura per tre settimane delle nostre chiese.
Non ci ha spinto una paura irrazionale o, peggio, un pragmatismo privo di speranza evangelica. Ma l’obbedienza alla volontà di Dio. Questa volontà ci si è manifestata attraverso la realtà del momento storico che stiamo vivendo. È obbedienza alla vita, che è forse il modo più esigente con cui il Signore ci chiede di obbedirgli.
Il contagio da Coronavirus si sta diffondendo in maniera esponenziale. In pochissimi giorni il numero degli infetti raddoppia, e di questo passo non è difficile prevedere che in due mesi raggiunga l’ordine di decine di migliaia di persone solo in Italia. È evidente il rischio di collasso delle strutture sanitarie, già ventilato da molti, soprattutto per la sproporzione tra le risorse di terapia intensiva disponibili e il crescente numero di malati. Potrebbe perdere la vita un numero elevato di persone, soprattutto anziani e soggetti vulnerabili. Possiamo arginare questa tragica eventualità solo applicando misure per frenare il contagio e permettendo al S.S.N. di riorganizzarsi. Gli italiani crescono nella consapevolezza che dietro all’invito di non uscire di casa c’è un’esigenza improcrastinabile di curare il bene comune. È questa la realtà che stiamo vivendo.
Cosa ci chiede il Signore, qual è la sua volontà, quella a cui siamo tenuti ad obbedire? Fare del nostro meglio e dare il nostro contributo per la salute di ognuno. Stringersi gli uni agli altri non fisicamente, ma con la solidarietà reciproca, perché gli anziani e i malati, che in questo momento sono i “piccoli” che Gesù mette al centro, possano percepire che c’è una società intera, Chiesa compresa, che non si rassegna alla loro morte. Di fronte a questo l’esigenza spirituale del popolo di Dio di radunarsi per celebrare l’Eucarestia diventa per noi cristiani oggetto di una rinuncia dolorosa. C’è prima l’esigenza spirituale della carità della cura per i nostri fratelli. Purtroppo, recarsi in chiesa non è differente dall’andare in altri luoghi: è a rischio contagio.
Sappiamo bene che questo ci turba ma non ci sconvolge. Il tempio è la Chiesa Corpo del Cristo, e lo Spirito di Dio è presente dove due o tre sono riuniti nel Suo nome. Adorare il Padre in spirito e verità, offrirgli il sacrificio della nostra vita, è il nostro culto spirituale, indipendentemente dal luogo in cui preghiamo. In questi pochi giorni è stato bello vedere come i cristiani di Roma sappiano inventare mille modi per rimanere in contatto, sostenersi reciprocamente, annunciare la Parola di Dio, celebrare l’Eucarestia a distanza… La Chiesa è un corpo vivo.
Un’ulteriore confronto con Papa Francesco, questa mattina, ci ha spinto però a prendere in considerazione un’altra esigenza: che dalla chiusura delle nostre chiese altri “piccoli”, questa volta di un tipo diverso, non trovino motivo di disorientamento e di confusione. Il rischio per le persone è di sentirsi ancora di più isolate. Di qui il nuovo decreto che vi viene inviato con questa lettera e che contiene l’indicazione di lasciare aperte le sole chiese parrocchiali e quelle che sono sedi di missioni con cura d’anime ed equiparate.
Cari sacerdoti, ci affidiamo al vostro saggio discernimento. Siate vicinissimi al popolo di Dio, fate sentire ciascuno amato e accompagnato, aiutate tutti a percepire che la Chiesa non chiude le porte a nessuno, ma che si preoccupa che nessun “piccolo” rischi la vita o venga dimenticato. Portate pure, con tutte le precauzioni necessarie, il conforto dei sacramenti agli ammalati, assicurate l’aiuto per le necessità ai poveri e a chi non ha nessuno su cui contare, evitate tutte quelle situazioni di contatto tra le persone che possano creare pericolo per la salute.
La preghiera in famiglia, tradizione dei nostri genitori e dei nostri nonni, venga recuperata e incrementata, attraverso anche i sussidi dell’ufficio liturgico e le iniziative sui social (#iopregoacasa#).
Affidiamoci ancora una volta all’intercessione della Madonna del Divino Amore. Preghiamo per il nostro Vescovo, Papa Francesco, nell’anniversario della sua elezione. Chiediamo per lui, come sette anni fa quando si affacciò dal balcone, la benedizione di Dio.
Con affetto e gratitudine
Angelo Cardinale De Donatis
Il decreto del 13 marzo 2020
13 marzo 2020
Lettera del Cardinale Vicario
In relazione ai Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4, 8 e 9marzo 2020, nonché alla “Comunicazione” del Segretario Generale del Vicariato di Roma del 5 marzo 2020 e alla “Lettera ai fedeli” del Cardinale Vicario del 6 marzo 2020;
– considerate le nuove e ancor più cogenti limitazioni poste all’ordinaria circolazione delle persone del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri emanato in data 11 marzo 2020;
– considerati, altresì i “Comunicati” dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni sociali della CEI n. 11/20 in data 8 marzo u.s. e, in specie, quello n. 15/2020 in data odierna, in cui si riferisce:
«Viviamo una situazione gravissima sul piano sanitario […] A ciascuno, in particolare, viene chiesto di avere la massima attenzione, perché un’eventuale sua imprudenza nell’osservare le misure sanitarie potrebbe danneggiare altre persone. Di questa responsabilità può essere espressione anche la decisione di chiudere le chiese. Questo non perché lo Stato ce lo imponga, ma per un senso di appartenenza alla famiglia umana, esposta ad un virus di cui ancora non conosciamo la natura né la propagazione»;
– viste le disposizioni di cui al mio Decreto prot. 446/20 dell’8 marzo u.s., tuttora in vigore, e confermate altresì le restrizioni alle attività ordinarie nelle parrocchie, rettorie e negli altri luoghi di culto già poste al medesimo;
SI DISPONE
che il n. 1 del Decreto prot. 446/20 dell’8 marzo u.s. venga così modificato:
1. Sino a venerdì 3 aprile 2020 l’accesso alle chiese parrocchiali e non parrocchiali della Diocesi di Roma, aperte al pubblico (cf. cann. 1214 ss C.I.C.), e più in generale agli edifici di culto di qualunque genere aperti al pubblico, viene interdetto a tutti i fedeli. Rimangono accessibili solo gli oratori di comunità stabilmente costituite (religiose, monastiche, ecc.: cf. can. 1223 C.I.C.), limitatamente alle medesime collettività che abitualmente ne usufruiscono in quanto in loco residenti e conviventi, con interdizione all’accesso dei fedeli che non sono membri stabili delle predette comunità.
I fedeli sono in conseguenza dispensati dall’obbligo di soddisfare al precetto festivo (cf. cann. 1246-1248 C.I.C.).
Sarà cura dei sacerdoti responsabili dell’esercizio di culto nei singoli luoghi (Parroci, Rettori, Cappellani, ecc.) attivarsi per dar seguito a questa disposizione, innanzitutto con la chiusura delle aule di culto e con ogni altra iniziativa idonea allo scopo.
Ricordiamo che questa disposizione è per il bene comune. Accogliamo le Parole di Gesù che ci dice «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt. 18.20). In questo tempo, ancora di più, le nostre case sono Chiese domestiche.
Vi benedico, affidandovi tutti ancora una volta alla materna intercessione della Madonna del Divino Amore.
Dato in Roma, dalla sede del Vicariato nel Palazzo Apostolico Lateranense, il giorno 12 marzo A. D. 2020.
Prot. n. 468/20
12 marzo 2020
Lettera del Cardinale Vicario oggi 12 Marzo.
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